Allora, faccio un po' il punto.
Premessa / riassunto delle puntate precedente
In vista del futuro acquisto di una auto elettrica, come prerequisito fondamentale e dirimente devo poter predisporre un punto di ricarica (wall-box) nel mio box, che si trova nello stesso palazzo dove abito (a Milano città).
L'edificio ha circa 10 anni, quindi l'impianto elettrico è relativamente recente e a norma.
Attualmente il box (interrato, in autorimessa condominiale con superficie > 300 mq) è collegato a rete e contatore condominiali (per illuminazione e presa di servizio).
L'idea è quella di portare una linea elettrica dedicata direttamente dal mio contatore domestico, con un dimensionamento a prova di "futuro", ovvero monofase fino a 32A, anche se al momento il contratto di fornitura prevede i classici 3kw.
Il box dista 10m in linea d'aria dal locale contatori, 20m seguendo il percorso delle canaline.
Seguendo i preziosi consigli e l'esperienza di Antonio e degli altri utenti in questo thread, nelle ultime settimane:
- - contatto un eletricista partner del "New Mobility Team" Scame, che fa un sopralluogo e verifica la fattibilità tecnica della cosa
- - mando una raccomandata all'Amministratore di condominio ai sensi della legge n° 134 del 2012, spiegando la mia necessità e descrivendo l'intervento che debbo fare
- - aspetto che passino i 90 giorni, durante i quali l'assemblea né ha deliberato, né si è opposta, quindi mi attivo per fare i lavori
Dubbi e complicazioni
Via via che approfondisco le cose, scopro che:
- - per il DM 22 gennaio 2008 n. 37 sugli impianti elettrici, se la potenza impegnata è superiore a 6 kw, non basta la Dichiarazione di Conformità dell'installatore ma serve un progetto da parte di un professionista iscritto agli albi professionali (perito o ingegnere).
Considerando che in ogni caso le forniture residenziali e le tariffe elettriche monofase arrivano a 6 kw, decido che di non superare questa soglia, per evitarmi le complicazioni e i costi aggiuntivi di un progetto.
Quindi mi oriento a dimensionare la linea per 25A. La wall-box Scame, come quelle di altri produttori, ha un selettore interno che permette di limitare la corrente a diverse soglie (es. 16A, 20A, 25A, 32A) in fase di installazione.
Infatti, la stessa stazione quando è venduta attraverso i canali Nissan o Renault, ha una potenza dichiarata di 6kw invece che dei 7kw (32A) di targa e viene installata solo in impianti <6kw (ora capisco perchè), quindi immagino che venga settata per i 25A come intendo fare io.
- - Più recentemente,
Simoprius ha scritto:Scopro ora che, se il veicolo viene ricoverato in una autorimessa con più di 9 posti auto va rispettato il certificato prevenzione incendi del condominio (CPI) e a tal fine la protezione della linea dedicata va collegata, preferibilmente dall'elettricista del condominio o dal vostro elettricista di fiducia, allo sgancio centralizzato che utilizzano i vigili del fuoco (vvff).
Allora mi studio l'impianto condominiale e vedo che le tre linee che passano per l'autorimessa (illuminazione corselli, prese di servizio nei singoli box, pompa idraulica che interviene in caso di allagamento) hanno ciascuna uno sganciatore di emergenza BTicino F80E (il nuovo modello è questo: http://www.catalogo.bticino.it/BTI-F80SVE2-IT) collegati ad un circuito condominiale che collega in serie 5 pulsanti di emergenza NC per i VVFF (uno per ogni ingresso all'autorimessa).
Nellla mia ignoranza in materia, immagino che l'interruttore magnetotermico-differenziale che metterò a monte della mia linea dedicata, collegato al mio contatore, possa essere tranquillamente dotato del medesimo sganciatore di emergenza da collegarsi in parallelo al circuito condominiale di cui sopra.
- - Quest'ulltima questione (ovvero la commistione tra il mio impianto e quello condominiale) mi fa ritornare su un punto che avevo archiviato fidandomi delle indicazioni dell'elettricista.
Ovvero poter utilizzare per il passaggio della mia nuova linea dedicata le stesse canaline già utilizzate con l'impianto condominiale.
Questo perchè hanno una riserva di capacità, anzi per alcuni tratti ce ne sono di vuote, e ciò mi permette di evitare fastidiose opere di muratura.
polianto ha scritto:
Il lavoro da fare è più complicato del previsto.
I tubi dell’impianto elettrico esistenti sono tutti piccoli e pieni, la mia linea elettrica, essendo privata, deve passare in un tubo ad uso esclusivo e non può stare nello stesso tubo dei cavi elettrici dell’impianto del condominio.
La spiegazione dell'elettricista è stata che, dotando la linea delle dovute protezioni a monte (il magnetotermico-differenziale appunto), non ci sono problemi di sicurezza nemmeno in caso di incauti interventi di manutenzione sull'impianto condominiale da parte di tecnici ignari. Del resto, nelle canaline condominiali passano già diversi circuiti, ognuno con il loro interruttore (es. corsello box, linea generale dirette alle scale del corpo di fabbrica interno, ascensori ecc.).
C'è una norma che lo vieta o è solo una prassi (il vietare la convivenza di circuiti alimentati da contatori diversi nelle stesse canaline)?
Nel caso, non si può lavorare sull'isolamento dei cavi (es. doppio isolamento)?
Tenete conto che almeno 20 montanti dei diversi condomini condividono già, almeno nel tratto iniziale, le stesse canaline.
Morale
Per le tre delicate questioni di cui sopra, e viste le risposte datemi forse con un po' troppa leggerezza dall'elettricista che ho interpellato, mi sentirei più sicuro consultando un professionista che mi faccia il progetto.
Per altro, lo stesso DM 22 gennaio 2008 n. 37 dice che il progetto è obbligatorio anche nel caso di:
d) impianti elettrici relativi ad unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti soggetti a normativa specifica del CEI, in caso di locali adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di incendio, nonché per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200 mc;
Qualcuno può suggerirmi il nome di un progettista elettrotecnico su Milano (eventualmente contattandomi in privato) ?