Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

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sl45h
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Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da sl45h »

...sfogliando il numero 112 di LeScienze del 1977 ho trovato questo interessante inserto....

sl45h
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marco
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da marco »

Interessante lettura: ho spostato in Libri e Film ;-)
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da Zio Anatro »

Graxie sl45h per la chicca.
Certo fa venire un po' l'amaro in bocca leggere che nel1977 avevamo già la possibilità di utilizzare veicoli elettrici con autonomie dai 50 agli 80 chilometri!
Sarebbe interessante sapere come questo promettente esperimento si evolse. Penso alle notizie di pochi giorni fa di stabilimenti Fiat in chiusura... e considero che fin dal 1977 potevamo sviluppare la mobilità elettrica... altro che Toyota o Nissan... a quest'ora potevamo essere leader dell'auto elettrica nel mondo. E quanti tumori in meno senza 40 anni di inquinamento...
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da kathy »

Fantastico post!
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baic
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da baic »

Interessante davvero, certo che le batterie al piombo saranno durate pochino rispetto alle nostre litio .
Ancora si credeva che il nucleare fosse sostenibile . C'è da considerare che siamo sotto l'effetto della crisi petrolifera di quegli anni .
Askoll eS3

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carlo-giuseppe.cason
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da carlo-giuseppe.cason »

baic ha scritto:Interessante davvero, certo che le batterie al piombo saranno durate pochino rispetto alle nostre litio .
Ancora si credeva che il nucleare fosse sostenibile . C'è da considerare che siamo sotto l'effetto della crisi petrolifera di quegli anni .
Il nucleare è l'UNICA fonte energetica sostenibile per TUTTA la popolazione mondiale.

Lo dimostra il fatto che nel 2018, nel silenzio generale di censura nostrano e nonostante gli attacchi concentrici, ha fatto il record di tutti i tempi di produzione (di poco, perché i nuovi reattori in produzione ad est compensano appena le politiche radical chic di chiusura senza motivo ad ovest).

Nonostante questo risultato nello stesso anno le emissioni di CO2, soprattutto a causa dell'economico carbone necessario per le nazioni in via di sviluppo (e per la radical chic Germania…), sono aumentate troppo (significa che non c'è modo di usare in modo economico le rinnovabili, soprattutto dove c'è veramente necessità di energia a buon mercato).

L'unico difetto "radice" del nucleare (dal quale derivano tutti gli altri che crediamo di conoscere) è che non "scala" per niente verso il basso (non è possibile mettersi il "reattorino" sul tetto/in cantina, come fate invece e come faccio anch'io con il "pannellino", ma io lo faccio solo per prendere gli incentivi), a causa del concetto naturale (si, il reattore nucleare è un oggetto naturale, infatti quando l'uranio era più arricchito ne è esistito almeno uno, molto simile ai reattori classici LWR attuali, in Africa) e fisico di "massa critica".

Questa è la cosa che ha frenato (alcuni pensano "fregato") la tecnologia, significa che la gente non la conosce e ne ha paura (come dimostra questo post), l'hanno capito in fretta i petrolieri che hanno fatto leva su questa paura per cercare di non farsi sbattere fuori dal mercato (e finora ci sono riusciti).

La conoscenza della tecnologia e della sua storia porta invece a scoprire i seguenti fatti, tutti facilmente misurabili/misurati/studiati da molti anni e non contestabili:
- la radioattività è un fenomeno naturalmente presente intorno a noi e dentro di noi e a cui siamo esposti, a livelli anche sostanzialmente diversi in base ai luoghi che frequentiamo (è concentrata ad esempio in zone termali tipo Ischia).
- le differenze nei livelli di esposizione naturale, anche sostanziali, non causano nessun effetto sulla salute della popolazione esposta.
- la tecnologia elettronucleare non incrementa in alcun modo il livello di esposizione alla radioattività della popolazione.
- l'eccezione al punto precedente, ovvero i pochissimi incidenti che i petrolieri ci hanno fatto conoscere come "catastrofi" (dicono "catastrofi" e non "stragi" perché la parola "strage" è quella usata ora nel linguaggio dei giornalisti quando in un incidente muore più di una persona, esempio il collasso del ponte Morandi a Genova; l'unico incidente in cui si poteva parlare di "strage" perché sono morte 30/40 persone cioè l'incidente di Chernobyl è successo quando questa parola non si usava ancora, se invece non muore nessuno come nell'incidente di Fukushima allora per mettere paura "su ordinazione" si guarda nel vocabolario e si trova la parola "catastrofe"...) in realtà hanno semplicemente incrementato l'esposizione di qualche decina di migliaia di persone da un livello naturale equivalente "medio/basso" (come si poteva trovare a Pripyat o a Okuma/Futaba prima degli incidenti, livello peraltro non alterato in alcun modo dalla presenza degli impianti come descritto sopra) a un livello naturale equivalente "alto" (Pripyat dopo l'incidente, oppure Ischia) o a un livello naturale equivalente "medio/alto" (Okuma/Futaba dopo l'incidente, oppure Roma).
- se diamo per assodato che a Ischia non si muore per la radioattività (io sono stato una settimana in vacanza nel comune più radioattivo di Ischia, Lacco Ameno e stavo infatti per morire ma solo a causa delle esalazioni delle onnipresenti "apette" prodotte da Piaggio…) allora la stessa cosa vale per gli evacuati di Pripyat (per non parlare di quelli di Okuma/Futaba, lì occorre fare il confronto con Roma dove si muore piuttosto per le esalazione degli onnipresenti diesel prodotti da FCA...).
- tutte le cifre fatte invece circolare ad arte dai petrolieri (tramite le organizzazioni ambientalisti compiacenti) come oro colato hanno perciò la stessa autorevolezza di un'ipotetica esclamazione "mille mila morti!!!" fatta dall'ingegner Cane.
- la stima di qualche migliaio di morti fatta dal WHO per Chernobyl, equivalente a poche settimane di lavoro nelle miniere di carbone, si basa invece sull'ipotesi "LNT", ipotesi di lavoro ultra conservativa nata dagli studi sulle esposizioni ad alte dosi e concentrate nel tempo come quelle prodotte dalle delle bombe atomiche esplose in Giappone.
- si tratta della stessa ipotesi, ancora in uso sebbene naturalmente infondata (come descritto sopra), che in entrambi gli incidenti ha forzato l'evacuazione, operazione evidentemente non necessaria in nessuno dei due (tranne forse, limitata a non più di un mese, a Pripyat).
- nei giorni in cui è morto Michael Jackson è esplosa una centrale idroelettrica (rinnovabile) in Russia, semplicemente perché si è fermato un tronco nelle prese di adduzione della turbina "master" che sfortunatamente ha mandato in instabilità tutte le turbine e i relativi generatori elettrici, causando la morte di tutti gli operatori sul posto (una 60ina, stiamo parlando di 2XChernobyl) e contaminando tutto il bacino a valle con l'olio dei trasformatori (a loro volta esplosi per lo stesso motivo). Ovviamente, la morte di Michael Jackson era una notizia più importante..

I petrolieri hanno anche capito che non devono aver paura delle rinnovabili, perché non c'è modo che riescano a spingerli fuori mercato, quindi le usano per prendere un po' di incentivi e per lavarsi la coscienza.

Perché le rinnovabili non riusciranno a sbattere i fossili fuori dal mercato (e quindi non riusciranno a stoppare il global warming)?

Partiamo dal fabbisogno energetico di ogni persona per vivere all'occidentale, tutti concordano sui 5kW a persona, moltiplicato per 10*10^9 persone significa 50TW. Non pensate solo al consumo di corrente per le vostre auto elettriche, pompe di calore eccetera, qualsiasi cosa che andate a comprare ha avuto bisogno di energia per essere prodotta, il riciclaggio dei rifiuti ha bisogno di energia, più energia a buon mercato è disponibile e più si ricicla.

Meno energia usata non significa maggiore efficienza come si cerca di farvi credere, significa solo maggiore povertà/emigrazione/Salvini, dimostrato nel 100% dei casi.

Usando la costante solare, l'angolo di incidenza medio e il tasso di copertura nuvolosa presi da wikipedia si arriva a 100W/m2 di energia solare disponibile in media sulla superficie terrestre.

Consumo di suolo: 50m2 a persona, 500000km2 in totale, più della superficie dell'Italia, ipotizzando 100% di rendimento e senza considerare il necessario accumulo. In ogni caso, con 50m2 a persona diventa impossibile stabilirsi in città (a meno di non usare più suolo della città stessa per produrre energia con le rinnovabili, vedi l'esempio delle terme romane più sotto), che è il modo usato da sempre per risparmiare suolo agricolo (o naturale) ed energia per gli spostamenti. Il paragone con la densità del nucleare si commenta da solo.

Consumo di materiali da estrarre in miniera: le stime più accreditate per le rinnovabili parlano da 10 a 50 volte più alto del nucleare (a seconda della generazione di reattori che si considera).

Sostanzialmente, le rinnovabili sono un combustibile a bassissima densità (che va in direzione storicamente opposta al passaggio biomasse-->carbone-->petrolio-->gas naturale), quindi molto impattante sull'ambiente (esempio analogo: la legna per le terme romane, che ha disboscato l'Italia riuscendo però a fornire la prestazione richiesta solo ai romani ricchi) e di conseguenza costoso.

Perché il nucleare, sviluppato come sarebbe tecnicamente fattibile già ora, riuscirebbe a sbattere i fossili fuori dal mercato (e quindi riuscirebbe a stoppare il global warming)?

Usando la tecnologia dei cantieri navali combinata con quella delle linee di assemblaggio finale degli aerei di linea (tipo Boeing/Airbus), una 50ina di cantieri (di proprietà di alcune multinazionali, naturalmente "brutte e cattive" per definizione/vedi il discorso di scaling verso il basso fatto all'inizio, in concorrenza tra loro, facciamo 5 multinazionali con 10 cantieri ognuna) potrebbero pre-assemblare in serie i moduli necessari per poi assemblare in sito 1000 reattori di generazione iV da 1GW (più piccoli e leggeri di GenII/Gen III, quindi pre-assemblabili in modo economico, come le navi o gli aerei) ogni anno per 50 anni--> tutta l'energia de-carbonizzata entro il 2070-->global warming stoppato.

La stima di costo più accreditata va da 1/5 a 1/3 rispetto ai 500000Km2 di rinnovabili, senza contare il mancato consumo di suolo e di materiali.

Sostanzialmente, la tecnologia nucleare usa un combustibile ad altissima densità (che compie un passo formidabile nella direzione storica di concentrazione del combustibile descritta sopra), quindi poco impattante sull'ambiente e di conseguenza economico.

Del presunto "problema" relativo al combustibile esausto non sto neanche a parlare come problema, perché non si tratta di un problema ma di una risorsa:
- transuranici: sono fissili o almeno fertili-->riciclaggio-->nuovo combustibile.
- prodotti di fissione: possono essere usati come fonti di calore-->elettricità "allo stato solido" per piccole comunità remote, dove non è conveniente neppure installare reattori di GenIV. Una volta semi esauriti come fonti di calore, lo smaltimento come rifiuto è sicuro e facile per circa 250 anni, dopo di che diventano naturalmente materiali inerti (il vantaggio dei rifiuti radioattivi rispetto agli altri è che la pericolosità dei primi si esaurisce col tempo).

Se non avete capito alcuni termini e siete curiosi di imparare, Vi consiglio di andare a studiarli sul web (obbligatoria la conoscenza dell'inglese, in italiano è tutto accuratamente censurato).

Se invece avete letto solo la prima frase e vi viene già voglia di attaccarmi allora vuol dire che con voi la propaganda dei petrolieri ha fatto effetto, Vi consiglio di prendere una camomilla e poi di forzare il vostro cervello a tornare al punto precedente.
sl45h
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da sl45h »

carlo-giuseppe.cason ha scritto:
baic ha scritto:Interessante davvero, certo che le batterie al piombo saranno durate pochino rispetto alle nostre litio .
Ancora si credeva che il nucleare fosse sostenibile . C'è da considerare che siamo sotto l'effetto della crisi petrolifera di quegli anni .
Il nucleare è l'UNICA fonte energetica sostenibile per TUTTA la popolazione mondiale.

Lo dimostra il fatto che nel 2018, nel silenzio generale di censura nostrano e nonostante gli attacchi concentrici, ha fatto il record di tutti i tempi di produzione (di poco, perché i nuovi reattori in produzione ad est compensano appena le politiche radical chic di chiusura senza motivo ad ovest).
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Se non avete capito alcuni termini e siete curiosi di imparare, Vi consiglio di andare a studiarli sul web (obbligatoria la conoscenza dell'inglese, in italiano è tutto accuratamente censurato).

Se invece avete letto solo la prima frase e vi viene già voglia di attaccarmi allora vuol dire che con voi la propaganda dei petrolieri ha fatto effetto, Vi consiglio di prendere una camomilla e poi di forzare il vostro cervello a tornare al punto precedente.
ciao,
con me sfondi una porta aperta... all'epoca del referendum sul nucleare votai a favore (pero' prevalse la filosofia NIMBY, il massimo dell'ipocrisia di massa).
Purtroppo il conto che l'ambiente ci sta presentando non sono mai state prese in considerazione le emissioni di co2 e si continua a non farlo nelle nostre scelte di tutti i giorni scegliendo (non secondo coscenza ma secondo convenienza, calcolo esclusivamente egoista) auto che continuano ad emettere veleno...
Il passaggio al nucleare doveva essere d'obbligo per l'umanita' proprio per evitare quello che oramai abbiamo compromesso, l'aria che respiriamo, in attesa di tecnologie piu' pulite che all'epoca non erano disponibili.
Tornare indietro oramai e' impossibile ci aspettano tempi cupi, non tanto per me quanto per figli e nipoti...
purtroppo

@Zio Anatro - un ringraziamento a te per aver rispolverato il mio post passato, a suo tempo, un po' in sordina 8-) 8-)
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da marcober »

La storia del nucleare oggi si ripropone sulla gestione dei rifiuti.

Gli impianti di trattamento, selezione, riciclo e recupero dei rifiuti..e la relativa defatigante normativa che li accompagna..sono descritti come apocalittici da molte ONG e Comitati (poco ) spontanei di cittadini...ma senza impianti de "trattano" il rifiuto si fa il gioco di chi smaltisce in modo illegale (malavita) e di chi gestisce la "soluzione" più vecchia e inquinante, cioè la discarica (con o senza legami con la malavita).

Per paura di fare la scelta giusta, non si fa alcuna scelta, che però è comunque una scelta..cioè quello di continuare a fare quello che si è fatto sino ad oggi, cioè di fatto, la scelta sbagliata.
Ma ovviamente chi ne beneficia è chi gestisce la "modalità" attuale, che ah interesse (e capitali) per finanziare il dissenso verso qualsiasi soluzione diversa dallo "status quo".
Ovviamente la malavita non ha capacità tecniche-organizzative per gestire un moderno termovalorizzatore e un impianto di pirolisi o un moderno impianto di selezione e riciclaggio..ma sa benissimo organizzare l'interramento illegale dei rifiuti, e "causare" un incendio in un deposito illegale.."tecnologie" che sono alla loro portata..ma che noi alimentiamo opponendoci a qualsiasi "evoluzione"
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da Zio Anatro »

Personalmente penso che in Italia, dove si fa fatica persino ad avviare un impianto di compostaggio dell'umido è meglio che sia andata così. Il nucleare e la gestione delle scorie semplicemente non ce le possiamo permettere. Non riusciamo a trovare una sistemazione definitiva nemmeno per quelle prodotte fino al 1987 anno del referendum. Nessuno può installare una centrale nucleare in giardino, mentre la vera rivoluzione è che molti possono installare dei pannelli fotovoltaici sui tetti.
Sono convinto che con un fotovoltaico davvero diffuso, unito a un eolico meno invasivo, all'idroelettrico e al nuovo geotermico si può fare a meno del nucleare che presenta comunque troppi rischi. Il fotovoltaico è la chiave di svolta. Nel mio caso ho abbattuto i costi della bolletta e mi permetto di comperare accessori elettrici senza l'assillo dei costi energetici. Col robot elettrico che taglia l'erba, ad esempio, guadagno SEI ore a settimana da dedicare ad altro ad un costo irrisorio, risparmio € 30 di benzina al mese e l'investimento sarà ripagato in pochi anni, il tutto grazie all'investimento iniziale del fotovoltaico, alla portata di molti. Coraggio... installate!
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Re: Le Scienze 112 del 1977 - Uno sguardo al futuro: l'auto elettrica

Messaggio da Kimera »

Puntare ancora sul nucleare, è pura follia, e sopratutto anacronistico e sostenuta da mentalità vecchia.

Bisogna andare avanti, con fonti rinnovabili e puliti, e non come quella del nucleare che produce rifiuti che NESSUNO al mondo sa come cavolo trattarli e avere problemi di radioattività per millenni.

A tutti i sostenitori del nucleare, vi invito a farvi una lettura da questo link
http://www.centrobalducci.org/easyne2/L ... mento=1020
Praticamente la media di 2 incidenti l'anno.

Senza contare che se quel referendum in Italia fosse stato favorevole al nucleare, la prima centrale l'avremo vista tra 40 anni.
Immaginate invece 40 anni di finanziamenti sul rinnovabile!
Già oggi, l'intera produzione energetica elettrica italiana, è del 40% di fonte rinnovabile.

Insomma, oggi come oggi, nel 2019 parlare ancora di nucleare, è davvero follia.
L'unica ragione per cui si voleva tornare al nucleare, è soltanto per fare l'ennesimo favore alla Francia, così come quel cavolo di Tav di Lione, tutto qui.
(ex) C-Zero AFFIDABILISSIMA - (ex) Renault Zoe R240 Intens, 2016 - Opel Corsa-e: Maledetto OBC! :evil:

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