Un bel libro di circa 200 pagine di facile lettura in cui il nostro metereologo preferito parla di ecologia, decrescita felice, di resilienza e di futuro.
Il libro è diviso in due parti, la prima si intitola ”Quello che dobbiamo sapere”, e parla del modo e di come vanno le cose, la seconda si intitola “Il mio piano B” e racconta, molto pragmaticamente, cosa fa lui e cosa potremmo fare anche noi prima che sia troppo tardi.
Se poi si vogliono approfondire alcuni temi con letture più impegnative in fondo al libro ci sono ben 7 pagine di bibliografia da cui poter pescare “le istruzioni per andare oltre”.
Questo capitoletto due pagine che riporto qua sotto (spero che sia leggibile) è dedicato alla mobilità, e dice cose condivise da molti su questo forum. Tenete conto che il libro è stato scritto nel 2011, cioè appena prima dell’avvento dell’era delle auto elettriche accessibili a tutti, per cui manca un pezzetto di storia: l’anno dopo Mercalli ha comprato una i-on e lo racconta in alcune interviste, tra cui questa de “Il volante” in cui risponde a molte delle domande che un neofita normalmente fa.
Questa intervista potrebbe quasi essere utilizzata come FAQ di questo forum, la riporto integralmente prima che sparisca dalla rete.
http://www.alvolante.it/news/luca_merca ... ima-298340
Luca Mercalli, un'elettrica per il clima
21 gennaio 2013
Abbiamo intervistato il climatologo di "Che tempo che fa" che ha deciso di ridurre al minimo le proprie emissioni di gas serra.
Luca Mercalli, un’elettrica per il clima
Superare la crisi climatica si può. Basta investire sulle tecnologie più efficienti presenti sul mercato come presentate a “Energie rinnovabili, edilizia e mobilità sostenibile: queste le vere sfide del nostro secolo”, meeting tenutosi all'Urban Center di Milano l'11 gennaio. Un incontro voluto da Fiera Bolzano per fare il punto sulle soluzioni disponibili per ridurre le emissioni di gas serra e per promuovere le proprie “ecorassegne”, tra le quali il convegno-mostra dedicato alla mobilità sostenibile Klimamobility (19-21 settembre 2013). Appuntamento milanese al quale ha partecipato Luca Mercalli (il secondo da sinistra nella foto), climatologo noto al grande pubblico per i numerosi libri e per la partecipazione alla trasmissione televisiva condotta da Fabio Fazio “Che tempo che fa”. Un esperto che alle parole ha fatto seguire i fatti trasformando la propria abitazione in un laboratorio di soluzioni per azzerare il proprio impatto domestico sull'ambiente e per ridurre quello della mobilità. Obiettivo, quest'ultimo, raggiunto, come ci ha raccontato, con l'acquisto di un'auto a batterie.
Perché la scelta elettrica?
L'ho provata per la prima volta a Bolzano nel 2011 e l'anno scorso ho deciso di acquistare una Peugeot iOn (nella foto sotto). L'idea era quella di chiudere il ciclo energetico della mia casa. In passato ho provveduto a ristrutturala in modo da essere autonomo in tema di riscaldamento, corrente e acqua calda. E per completare l'opera volevo cercare di abbattere la mia impronta per i trasporti. E l'auto elettrica mi ha offerto questa opportunità insieme ai pannelli fotovoltaici installati sul tetto che mi consentono di produrre l'energia necessaria per ricaricare gli accumulatori. In altre parole, sono riuscito a rendere a emissioni zero l'intero ciclo “dalla fonte alle ruote”.
E per gli spostamenti più lunghi come fa?
Se la destinazione è raggiungibile in treno, prendo quello. Altrimenti utilizzo la vecchia Peugeot Bipper a gasolio, modello con un buon rendimento in termini di consumi: in media percorro circa 19 km/l.
E è costretto ad usarla spesso?
No, in genere uso la iOn, comodissima per recarmi ogni giorno in ufficio e per qualche breve viaggio nei dintorni di Torino. Insomma, per tutti i tragitti possibili per un'auto che ha un'autonomia effettiva di 130 km.
Non è scomodo l'obbligo di avere due auto?
Più che scomodo è costoso. E ogni tanto mi fa rabbia. So benissimo che l'elettrica è piena di limiti: ha un'autonomia ridotta, ci vogliono cinque ore per fare il “pieno” e mancano le colonnine pubbliche di ricarica rapida che la renderebbe molto più versatile da usare. E il prezzo di acquisto è ancora troppo alto. Dai calcoli che ho fatto per recuperare l'investimento ci vorranno dieci anni, nonostante l'esenzione del bollo, le spese di assicurazione dimezzate, i costi di manutenzione inferiori e i 1.200 euro annui che risparmio sul costo del carburante percorrendo 13.000 km. In compenso, guadagno qualcosa che non ha prezzo: la soddisfazione di non “pesare” sul Pianeta.
Le piace guidarla?
Mi diverto moltissimo, soprattutto quando al semaforo “brucio” le Suv in accelerazione. Battute a parte, la trovo silenziosa, agile, scattante e facile da guidare. Non potrei chiedere di meglio. Anzi, mi piace molto l'idea che si guida con il cervello e non con i piedi.
In che senso?
Nel senso che l'autonomia non è molta e per evitare di sprecare inutilmente energia devi usare la testa, osservare il flusso del traffico e guardare quello che avviene davanti a te possibilmente anticipando le mosse. Insomma, se vedi in lontananza il semaforo rosso è inutile continuare a tenere il piede sull'acceleratore per poi frenare all'ultimo. Piuttosto conviene sfruttare la decelerazione per recuperare energia utile per fare più strada. Di fatto, se sei abile, il pedale del freno non lo usi quasi mai.
Se l'auto elettrica è costosa e piena di limiti, perché l'ha scelta?
Perché conosco bene la questione climatica e so che siamo in una situazione più critica di quello che i non addetti al settore possono pensare. Il 2012 è stato l'anno peggiore per i danni ambientali negli Stati Uniti. Alluvioni, tornadi e altri eventi estremi sono costati 119 miliardi di dollari. E non è che in Italia e nel resto del mondo sia andata meglio. Uno scenario destinato a peggiorare nel futuro se non poniamo al più presto rimedio alle emissioni climalteranti che rilasciamo in atmosfera. Non si tratta di tornare all'età delle pietra, ma di evolversi scegliendo la tecnologia più efficiente già disponibile. Faremo bene al Pianeta e al nostro portafoglio. Basta pensare che in Italia la bilancia commerciale energetica, cioè le spese per l'importazione di petrolio e metano, è in rosso per 60 miliardi di euro l'anno. Migliorare del 10% la nostra efficienza significa risparmiare 6 miliardi/anno. Un traguardo facile da raggiungere, se non da superare, senza grandi investimenti. E se si ha maggiore disponibilità la tecnologia attuale ti permette di arrivare a sfiorare le emissioni zero. A dimostrarlo è la mia casa e la mia mobilità.