Cosa serve al settore EV per raggiungere il 20% delle vendite in Italia?
Inviato: 14/03/2024, 20:07
Detto che la strada della transizione è ancora molto lunga, continuo ad osservare da noi dati di vendita veramente deprimenti e al limite dell'inspiegabile facendo un raffronto con gli altri mercati dell'Europa occidentale.
La burocrazia legata agli incentivi sicuramente non aiuta ma il 3-4% attuale di quota di mercato rischia davvero di mettere troppo in discussione il settore e rallentare oltremodo la transizione. Che abbiamo di tanto diverso dalle altre nazioni G8?
Mi sono chiesto quindi quali sono nella testa dell'automobilista italiano medio (quindi tendenzialmente non il frequenatore di questo forum), tra i tanti che conosciamo e dibattiamo ogni giorno, quegli elementi che se cambiati consentirebbero una repentina crescita delle vendite fino a raggiungere diciamo un 20%. Il prezzo? L'infrastruttura? L'autonomia? L'affidabilità?
Cito il 20% (sulle vendite del nuovo), perchè ritengo che questo sarebbe il livello minimo per crere un circolo virtuoso per i vari stakeholder del settore (concessionari/riparatori/DPOs/etc) che possa favorire gli investimenti e lo sviluppo del settore stesso
La prima risposta di getto che mi sono dato è stata il prezzo, ma riflettendoci bene c'è qualcosa che non torna. Nel 2020 la risposta agli incentivi fu entusiastica rafforzando l'ipotesi che il prezzo fosse il fattore trainante (se l'EV mi costa quanto la termica la compro), ma non lo è stato nelle ultime tornate, quindi qualcosa è cambiato nella percezione dell'utente medio. Noto scetticismo anche a fronte di una politica di incentivi aggressivi. E peraltro quando in Italia la gente vuole spendere anche 70k o oltre per una blasonata tedesca lo fa, magari caricandosi di debiti. Invece oggi anche un aTesla a 40k fa storcere il naso a qualcuno
Un calo repentino dei prezzi potrebbe far salire il mercato al 6-7% o magari al 10%, ma onestamente non di più.
Ma allora cos'altro c'è?
Parlando con le persone (ripeto, quelle della strada) ho percepito una certa attenzione, o sarebbe meglio dire preoccupazione, al tema del valore di rivendita. Chi ha comprato nel 20/21 non aveva precezione di questo, perchè non cera un mercato dell'usato, così come non c'era percezione dei costi di manutenzione reali , perchè non c'era circolante. E su questo fronte l'esperienza di chi oggi prova a vendere una EV non è confortante
In Italia si tende ancora a comprare l'auto. Vogliamo essere proprietari, anche perchè l'auto si tiene a lungo. Quindi guardiamo all'investimento, più che al prezzo. Ecco, sono convinto che offrire soluzioni innovative a prezzo fisso, ma su un orizzonte di 8-10 anni (non 4-5 come l'NLT) potrebbe avvicinare una buona fetta di scettici. Scommettiamo? Questo basterebbe già a portarci ben oltre il 10%, perchè a quel punto poche scuse... ti abbaso il prezzo, ti garantisco il valore di rivendita, ti assicuro sulle spese straordinarie, beh che si vuole di più.
L'altro punto critico è e rimane l'autonomia . Il combinato disposto tra la pubblicità mendace di molte case e l'autonomia oggettivamente bassa di molti modelli anche non propriamente economici ha creato disaffezione. A mio parere le EV dovrebbero offrire in media almeno un 30% in più di autonomia a parità di segmento attuale, mantenendo però medesimo peso e costo e tempo di ricarica.
Si, ok, su questo qualcuno storcerà il naso, ma alla gente poco importa che è colpa dell'inverno o del piede un po pesante. Salvo eccezioni tipo segmento A , si dovrebbe partire da 300-350km veri sempre per arrivare a 6-700km veri per una segmento D/E
Questo è un problema difficilmente sormontabile nel brevissimo periodo, anche se la curva di sviluppo del settore batterie fa ben sperare in una evoluzione in tal senso nel giro di 4-5 anni.
Qui ci giochiamo almeno un 7-8% di quata di mercato, anche perchè se è vero che l'italiano medio fa pochi km bla, bla,bla, quelli che comprano le auto nuove e le cambiano più spesso sono quelli che con l'auto lavorano (nel più vero senso di questo termine) e non possono sempre pianificare o perdere tempo. E a questi il discorso della media del pollo di Trilussa li fa giustamente solo sorridere.
L'ultima considerazione è insita nella struttura delle nostre città. Questo è un gap strutturale che ci dobbiamo tenere. Le nostre città con strade strette, pochi box e parcheggi, etc, non sono a misura di EV in larga scala. E non lo saranno per molto. Nel caso dei centri storici e delle città medievali non lo saranno forse mai...
Vi starete chiedendo in fine come si va dal 20% al 100%!! Ebbene, sono sincero, non lo so. E infatti non è il topic di questo post
Qualcuno dice pure chissà se mai sarà così (e mi riferisco a CEO di grandi multinazionali, non a un povero Cristo come me). E viste le premesse, potrebbe anche avere ragione, ma lo scopriremo solo vivendo
La burocrazia legata agli incentivi sicuramente non aiuta ma il 3-4% attuale di quota di mercato rischia davvero di mettere troppo in discussione il settore e rallentare oltremodo la transizione. Che abbiamo di tanto diverso dalle altre nazioni G8?
Mi sono chiesto quindi quali sono nella testa dell'automobilista italiano medio (quindi tendenzialmente non il frequenatore di questo forum), tra i tanti che conosciamo e dibattiamo ogni giorno, quegli elementi che se cambiati consentirebbero una repentina crescita delle vendite fino a raggiungere diciamo un 20%. Il prezzo? L'infrastruttura? L'autonomia? L'affidabilità?
Cito il 20% (sulle vendite del nuovo), perchè ritengo che questo sarebbe il livello minimo per crere un circolo virtuoso per i vari stakeholder del settore (concessionari/riparatori/DPOs/etc) che possa favorire gli investimenti e lo sviluppo del settore stesso
La prima risposta di getto che mi sono dato è stata il prezzo, ma riflettendoci bene c'è qualcosa che non torna. Nel 2020 la risposta agli incentivi fu entusiastica rafforzando l'ipotesi che il prezzo fosse il fattore trainante (se l'EV mi costa quanto la termica la compro), ma non lo è stato nelle ultime tornate, quindi qualcosa è cambiato nella percezione dell'utente medio. Noto scetticismo anche a fronte di una politica di incentivi aggressivi. E peraltro quando in Italia la gente vuole spendere anche 70k o oltre per una blasonata tedesca lo fa, magari caricandosi di debiti. Invece oggi anche un aTesla a 40k fa storcere il naso a qualcuno
Un calo repentino dei prezzi potrebbe far salire il mercato al 6-7% o magari al 10%, ma onestamente non di più.
Ma allora cos'altro c'è?
Parlando con le persone (ripeto, quelle della strada) ho percepito una certa attenzione, o sarebbe meglio dire preoccupazione, al tema del valore di rivendita. Chi ha comprato nel 20/21 non aveva precezione di questo, perchè non cera un mercato dell'usato, così come non c'era percezione dei costi di manutenzione reali , perchè non c'era circolante. E su questo fronte l'esperienza di chi oggi prova a vendere una EV non è confortante
In Italia si tende ancora a comprare l'auto. Vogliamo essere proprietari, anche perchè l'auto si tiene a lungo. Quindi guardiamo all'investimento, più che al prezzo. Ecco, sono convinto che offrire soluzioni innovative a prezzo fisso, ma su un orizzonte di 8-10 anni (non 4-5 come l'NLT) potrebbe avvicinare una buona fetta di scettici. Scommettiamo? Questo basterebbe già a portarci ben oltre il 10%, perchè a quel punto poche scuse... ti abbaso il prezzo, ti garantisco il valore di rivendita, ti assicuro sulle spese straordinarie, beh che si vuole di più.
L'altro punto critico è e rimane l'autonomia . Il combinato disposto tra la pubblicità mendace di molte case e l'autonomia oggettivamente bassa di molti modelli anche non propriamente economici ha creato disaffezione. A mio parere le EV dovrebbero offrire in media almeno un 30% in più di autonomia a parità di segmento attuale, mantenendo però medesimo peso e costo e tempo di ricarica.
Si, ok, su questo qualcuno storcerà il naso, ma alla gente poco importa che è colpa dell'inverno o del piede un po pesante. Salvo eccezioni tipo segmento A , si dovrebbe partire da 300-350km veri sempre per arrivare a 6-700km veri per una segmento D/E
Questo è un problema difficilmente sormontabile nel brevissimo periodo, anche se la curva di sviluppo del settore batterie fa ben sperare in una evoluzione in tal senso nel giro di 4-5 anni.
Qui ci giochiamo almeno un 7-8% di quata di mercato, anche perchè se è vero che l'italiano medio fa pochi km bla, bla,bla, quelli che comprano le auto nuove e le cambiano più spesso sono quelli che con l'auto lavorano (nel più vero senso di questo termine) e non possono sempre pianificare o perdere tempo. E a questi il discorso della media del pollo di Trilussa li fa giustamente solo sorridere.
L'ultima considerazione è insita nella struttura delle nostre città. Questo è un gap strutturale che ci dobbiamo tenere. Le nostre città con strade strette, pochi box e parcheggi, etc, non sono a misura di EV in larga scala. E non lo saranno per molto. Nel caso dei centri storici e delle città medievali non lo saranno forse mai...
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