La mia angoscia nel provare Jaguar i-Pace da tre mesi
Inviato: 29/06/2019, 10:28
Io sto provando la I-Pace da marzo 2019 e potrei riassumere in una sola parola l'automobile elettrica: angoscia. Angoscia pura, persino di notte, quando il cervello ti sveglia calcolando kwh, pesi, aerodinamiche, prossime destinazioni e... imponderabili "imprevisti" quando si è a bordo di un'autovettura per lavoro o per svago.
Non ha alcun senso cercare di ipotizzare la giornata tipo dell’automobilista elettrico, facendo veri e propri miracoli per dimostrare al mondo intero che anche con un’auto di questo tipo si può fare tutto – ci sono troppe variabili e troppi imprevisti nell’utilizzo di un’automobile, per poter tracciare una statistica d’impiego settimanale – mi sembra sin troppo ovvio.
Tuttavia, recensori, tecnici e molte nuove star di Youtube si stanno prodigando per farci digerire la pillola - a tutt'oggi amarissima - del futuro elettrico ormai imminente; tuttavia, non siamo neanche al periodo preistorico dell'elettrico. Neanche un solo solo "ingrediente" disponibile sembra riuscire ad essere quello giusto per confezionare quella strana pillola. In particolare: la rete di ricarica è raffazzonata alla meglio, poco affidabile, in mano a dozzine di gestori differenti e altrettante diverse modalità di iscrizione, tesseramento, rifornimento, ecc. Come se per far benzina tradizionale a qualsiasi distributore al mondo ci si dovesse PRIMA tesserare da casa, attraverso portali web tanto caotici, quando poco affidabili.
Poi c'è il discorso delle false autonomie dichiarate dai costruttori: roba da class action, altro che "nuovo firmware" da installare!
Per non parlare poi di quell'odioso computer di bordo che, come giustamente dicono i recensori, continua a giocare a "frate indovino", con la spada di Damocle di improbabili autonomie calcolate in tempo reale. Con un’auto tradizionale ci si limita a dare un’occhiata al livello di carburante, si è no un paio di volte al giorno – con l’elettrico si viaggia con un occhio incollato al quel valore, che la fa da padrone in ogni cruscotto. Angosciante, lo ripeto.
Vogliamo poi aggiungere l'assurdità del "piede leggero", caldamente suggerito da molti dei succitati recensori?! Se vai piano, ti dimentichi dei sorpassi e… ti metti pure a dieta – così il tuo peso corporeo può incidere meno sull’energia richiesta per spostarti a bordo di un’auto elettrica – l’autonomia ne risente positivamente. Ma secondo voi, chi si compra una Jaguar, una Tesla o un Audi E-Tron (con prezzi a partire da 80.000 euro) guiderebbe come un pensionato su una Fiat Panda?!?! Sarebbe come suggerire di rispettare i limiti di velocità a chi possiede una Ferrari Testarossa o una Lamborghini Aventador!
Poi c’è il discorso delle ricariche domestiche. Il cosiddetto “wallbox” va tassativamente installato, nella pressochè vana speranza di risicare qualche ora ai biblici tempi di ricarica notturna. Poi va necessariamente aumentata la potenza del contatore di casa – almeno fino a 6 Kw. Tuttavia, non saremo mai in grado di ricaricare il nostro veicolo elettrico al massimo della potenza erogata dal contatore, visto che le utenze domestiche la faranno sempre da padrone (frigorifero, piastre di cottura, forno, lavatrice, lavastoviglie, ecc.). La soluzione migliore – sempre secondo gli esperti recensori – sarebbe quella di un contatore ad almeno 10/16 Kw in trifase: tralasciando per un attimo il notevole aumento di costi per tale esoso approvvigionamento elettrico, autovetture come la Jaguar I-Pace non ne beneficerebbero in alcun modo. Il perché è presto detto: i “cervelloni” che l’hanno progettata hanno optato per un trasformatore a singola fase, che può assorbire 7 kW al massimo!!! In dettaglio, questo particolare tecnico della “rivale” di Tesla, ne sancisce inesorabilmente il fragoroso insuccesso: in Italia e in Europa sono presenti molte colonnine di ricarica a 22 Kw (scordiamoci pure quelle a 50 KW e oltre); mentre Tesla riesce a sfruttarli quasi tutti, la I-Pace si limita a quegli assurdi 7Kw, costringendoci a preventivare ore ed ore si sosta durante lunghi tragitti.
In soldoni, 7Kw si traducono mediamente con una ricarica di circa 30 chilometri ogni ora. Da Milano a Cesenatico, ad esempio, ci si dovrebbe fermare in ricarica per almeno 4 ore, al fine di allontanare lo spettro del carro attrezzi! Se poi fossimo a bordo in quattro, con bagagli e aria condizionata a pieno regime ci si dovrebbe tassativamente una notte a metà strada, in un albergo dotato di colonnina di ricarica (a 22 kW solo per le Tesla!).
Riassumento, la I-Pace mi sembra solamente un giocattolone sin troppo costoso, inutilmente celebrato dagli stessi produttori e dal marketing automotive. A livello costruttivo e di rifiniture non c’è nulla da criticare, anzi è decisamente un’autovettura sin troppo bella per crollare sotto il peso di tutte le limitazioni d’uso espresse in queste considerazioni.
Per la cronaca ho già fatto ben 4 aggiornamenti software e una riparazione (assurda) allo sportello di carica che mi si era bloccato, senza poterlo riaprire neanche con un martello. Ad oggi, consumi e prestazioni sono rimasti esattamente gli stessi!
Dulcis in fundo, con il caldo che fa in questo mese di giugno 2019, non vi venga in mente di accendere il condizionatore: se ne andrebbero via i kilowatt come granelli di sabbia tra le mani e... avrebbe più autonomia una bicicletta a pedalata assistita!!!!
Non ha alcun senso cercare di ipotizzare la giornata tipo dell’automobilista elettrico, facendo veri e propri miracoli per dimostrare al mondo intero che anche con un’auto di questo tipo si può fare tutto – ci sono troppe variabili e troppi imprevisti nell’utilizzo di un’automobile, per poter tracciare una statistica d’impiego settimanale – mi sembra sin troppo ovvio.
Tuttavia, recensori, tecnici e molte nuove star di Youtube si stanno prodigando per farci digerire la pillola - a tutt'oggi amarissima - del futuro elettrico ormai imminente; tuttavia, non siamo neanche al periodo preistorico dell'elettrico. Neanche un solo solo "ingrediente" disponibile sembra riuscire ad essere quello giusto per confezionare quella strana pillola. In particolare: la rete di ricarica è raffazzonata alla meglio, poco affidabile, in mano a dozzine di gestori differenti e altrettante diverse modalità di iscrizione, tesseramento, rifornimento, ecc. Come se per far benzina tradizionale a qualsiasi distributore al mondo ci si dovesse PRIMA tesserare da casa, attraverso portali web tanto caotici, quando poco affidabili.
Poi c'è il discorso delle false autonomie dichiarate dai costruttori: roba da class action, altro che "nuovo firmware" da installare!
Per non parlare poi di quell'odioso computer di bordo che, come giustamente dicono i recensori, continua a giocare a "frate indovino", con la spada di Damocle di improbabili autonomie calcolate in tempo reale. Con un’auto tradizionale ci si limita a dare un’occhiata al livello di carburante, si è no un paio di volte al giorno – con l’elettrico si viaggia con un occhio incollato al quel valore, che la fa da padrone in ogni cruscotto. Angosciante, lo ripeto.
Vogliamo poi aggiungere l'assurdità del "piede leggero", caldamente suggerito da molti dei succitati recensori?! Se vai piano, ti dimentichi dei sorpassi e… ti metti pure a dieta – così il tuo peso corporeo può incidere meno sull’energia richiesta per spostarti a bordo di un’auto elettrica – l’autonomia ne risente positivamente. Ma secondo voi, chi si compra una Jaguar, una Tesla o un Audi E-Tron (con prezzi a partire da 80.000 euro) guiderebbe come un pensionato su una Fiat Panda?!?! Sarebbe come suggerire di rispettare i limiti di velocità a chi possiede una Ferrari Testarossa o una Lamborghini Aventador!
Poi c’è il discorso delle ricariche domestiche. Il cosiddetto “wallbox” va tassativamente installato, nella pressochè vana speranza di risicare qualche ora ai biblici tempi di ricarica notturna. Poi va necessariamente aumentata la potenza del contatore di casa – almeno fino a 6 Kw. Tuttavia, non saremo mai in grado di ricaricare il nostro veicolo elettrico al massimo della potenza erogata dal contatore, visto che le utenze domestiche la faranno sempre da padrone (frigorifero, piastre di cottura, forno, lavatrice, lavastoviglie, ecc.). La soluzione migliore – sempre secondo gli esperti recensori – sarebbe quella di un contatore ad almeno 10/16 Kw in trifase: tralasciando per un attimo il notevole aumento di costi per tale esoso approvvigionamento elettrico, autovetture come la Jaguar I-Pace non ne beneficerebbero in alcun modo. Il perché è presto detto: i “cervelloni” che l’hanno progettata hanno optato per un trasformatore a singola fase, che può assorbire 7 kW al massimo!!! In dettaglio, questo particolare tecnico della “rivale” di Tesla, ne sancisce inesorabilmente il fragoroso insuccesso: in Italia e in Europa sono presenti molte colonnine di ricarica a 22 Kw (scordiamoci pure quelle a 50 KW e oltre); mentre Tesla riesce a sfruttarli quasi tutti, la I-Pace si limita a quegli assurdi 7Kw, costringendoci a preventivare ore ed ore si sosta durante lunghi tragitti.
In soldoni, 7Kw si traducono mediamente con una ricarica di circa 30 chilometri ogni ora. Da Milano a Cesenatico, ad esempio, ci si dovrebbe fermare in ricarica per almeno 4 ore, al fine di allontanare lo spettro del carro attrezzi! Se poi fossimo a bordo in quattro, con bagagli e aria condizionata a pieno regime ci si dovrebbe tassativamente una notte a metà strada, in un albergo dotato di colonnina di ricarica (a 22 kW solo per le Tesla!).
Riassumento, la I-Pace mi sembra solamente un giocattolone sin troppo costoso, inutilmente celebrato dagli stessi produttori e dal marketing automotive. A livello costruttivo e di rifiniture non c’è nulla da criticare, anzi è decisamente un’autovettura sin troppo bella per crollare sotto il peso di tutte le limitazioni d’uso espresse in queste considerazioni.
Per la cronaca ho già fatto ben 4 aggiornamenti software e una riparazione (assurda) allo sportello di carica che mi si era bloccato, senza poterlo riaprire neanche con un martello. Ad oggi, consumi e prestazioni sono rimasti esattamente gli stessi!
Dulcis in fundo, con il caldo che fa in questo mese di giugno 2019, non vi venga in mente di accendere il condizionatore: se ne andrebbero via i kilowatt come granelli di sabbia tra le mani e... avrebbe più autonomia una bicicletta a pedalata assistita!!!!