Viaggio in ID.3 da Torino all'ITER A/R del 10 novembre 2023

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carlo-giuseppe.cason
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Viaggio in ID.3 da Torino all'ITER A/R del 10 novembre 2023

Messaggio da carlo-giuseppe.cason »

Il Comitato Nucleare e Ragione organizza questa visita, io offro la mia auto, scrivo agli organizzatori che non è "normale" ma è elettrica (cioè "diversamente normale"), mi inseriscono come "auto F", io ovviamente come "driver" e altre 3 persone (studenti di ingegneria).

Questo il report del viaggio di Tronity (leggere dal basso verso l'alto).
Screenshot_20231111_182604_TRONITY.jpg
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Questo il report delle ricariche di We Charge/VW (idem).
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Screenshot_20231111_181024_Volkswagen.jpg (52.52 KiB) Visto 1007 volte
Appuntamento alle 7 per la partenza da Torino (come per altre auto "normali", anche per evitare commenti tipo ecco, se era un auto "normale" avrei dormito un po' di più...), partiamo puntuali, neve al Monginevro e lavori con coda al lago di Serre Poncon, circa 10 minuti di ritardo a Ionity Sisteron.

Carico meno del pianificato per arrivare in orario (e per evitare commenti tipo ecco, se era un auto "normale" saremmo arrivati in orario...), ci fiondiamo comunque al super per il bagno e per comprare panini/pizze per il ritorno.

Arriviamo, insieme a diverse altre auto "normali", poco prima di mezzogiorno (poi scopro che alla fine alcuni si erano fermati due volte, io una...), una delle auto "normali" è in ritardo, io invece sono al 40%.

Niente ricarica nel parcheggio visitatori ITER, invece molte wallbox (e molte EV in carica), sotto pannelli PV, nei parcheggi interni; notare che ITER non è stato progettato per produrre corrente ma come esperimento sulla fusione, quindi i pannelli PV con ricariche lente, in un parcheggio usato di giorno, ci stanno a fagiolo.

Rientro intorno alle 17:30, siccome ero poco carico non mi fido a tornare a Ionity Sisteron, poco male ci sono HPC Engie in area di servizio Aubignosc Est.

In carica (fuori al freddo, infatti nelle auto "normali" non si può scaldare l'abitacolo a motore spento, quindi...) parliamo delle "solite" cose, prezzi/Cina/cobalto/terre rare/micro plastiche dai pneumatici e/o freni (non parliamo di carica lenta, però eravamo lì a "perdere tempo", cioè a mangiarci panini/pizze) quindi "facciamo tardi", nel senso che carico "troppo" rispetto al pianificato.

Invece di fermarmi a Eygliers (dove era comunque presente una pizzeria da asporto, vedere in seguito) come pianificato (sarei arrivato troppo carico, quindi con velocità di ricarica non adeguata), decido di proseguire per Briancon.

Arrivo a Briancon in scioltezza (ABRP perfetto, errore 1%...), scopro che gli studenti di ingegneria hanno ancora fame, infatti si precipitano in una pizzeria da asporto.

Finito di ingurgitare le pizza da asporto (sempre fuori al freddo e con una leggera nevicata, vedere in precedenza...), ripartiamo di nuovo troppo carichi al 68% (ABRP consiglia il 36%, anche perchè dopo il Monginevro per Torino è tutta discesa).

Di nuovo neve al Monginevro ma anche nebbia, per non farci mancare niente...

Arriviamo a Torino con il 44% (appunto...).



Aspetto negativo dell'auto: il navigatore integrato (anche nel ID SW 3.2 che ho appena installato) non ha un vero motore che elabora il SoC all'arrivo, fa solo una becera interpolazione in base al consumo pregresso, come l'indovinometro. Quindi, prima di Sisteron continuava a tediarmi (tediarci) di allungare per Gap e ricaricare lì invece che a Sisteron; morale, 15 minuti prima di Sisteron "sosta per ricarica non più necessaria" (appunto).

Mai più navigatore integrato per viaggi fuori autonomia, solo ABRP + Tronity + Android Auto, anche se mi tocca pagare gli "oboli"...



Commento finale degli studenti di ingegneria "ah, per la città va bene, per questi viaggi...".

Ma come, vi ha portato per più di 600 km in giornata (+ visita) tra bufere di neve, 2 volte un passo a quasi 2000 metri di quota e banchi di nebbia, senza "fare un plissè" (omaggio alla nazione visitata...), e "per la città va bene"???



Costi: il contratto di We Charge mi permetteva 0,76euro/kWh sulle HPC, 0,50euro/kWh su Ionity e Ewiva, l'ho usato solo per Ionity Sisteron perchè le altre 2 ricariche HPC erano già A CONSUMO SOTTO i 0,76euro/kWh, quindi l'ho sottoscritto quasi "a vuoto" (mi sono fatto "fregare" dai costi italiani...).

Il costo finale, inclusa la parte casalinga, equivale comunque a un diesel, 0,1euro/km.



Impatto ambientale (solo la parte variabile): su electricitymaps la Francia il 10/11 era a 40g/kWh, ovviamente costante per tutta la giornata (lei può permetterselo...).

La ricarica casalinga era una notturna a Torino, praticamente fonte 100% Francia, assumo quindi sempre 40g/kWh.

Totale circa 120kWh per 615km, 195Wh/km (inverno/termiche/neve/autostrada "a palla" eccetera...), 7,8g/km, 2g/persona_km.

Con un'auto "normale" 160g/km, 40g/persona_km, 20 VOLTE IN PIU' (senza contare gli scarichi tossici emessi attraversando i paesi e le montagne).

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marco
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Re: Viaggio in ID.3 da Torino all'ITER A/R del 10 novembre 2023

Messaggio da marco »

... e per fortuna che sono studenti di ingegneria :D
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Re: Viaggio in ID.3 da Torino all'ITER A/R del 10 novembre 2023

Messaggio da aventuri »

@carlo-giuseppe.cason commenti sul viaggio.. giusto uno. Ma x fare le valutazioni su dove ricaricare, hai pianificato prima o hai lasciato guidare uno degli studenti?

Una domanda su ITER invece.. scusate l'OT. ma si può visitare solo come università?
Che impressione hai avuto? A me sa tanto di "cattedrale di Barcellona"! :roll: sicuramente un simbolo eh.. poi i risultati scientifici, se verranno da lì.. tanto di guadagnato

Vedo progetti come il CFS MIT più "moderni" e cost-efficient. Ma ENI c'ha anche messo una fiche di investimento , chissà se arriveremo presto ad una sostenibilità.

Sulla facilità di ricaricare in elettrico lungo il viaggio x strada, niente da dire oramai.
Cosa "costa" aggiungere un punto "Quick" o fast in futuro? sempre meno (anche x i costi di apparati, ai "ritmi" di Moore o circa , come l'elettronica ha dimostrato negli ultimi 40 anni). Quelli che ancora parlano di idrogeno, x la mobilità di massa, ecco proprio non li capisco.. se ci sono o ci fanno!
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Re: Viaggio in ID.3 da Torino all'ITER A/R del 10 novembre 2023

Messaggio da pepo154 »

marco ha scritto: 12/11/2023, 6:24 ... e per fortuna che sono studenti di ingegneria :D
Sarà stata la mia esperienza sfortunata ma ho trovato compagni di università molto molto più chiusi e conservatori a ingegneria (quando la frequentai) che alla facoltà di scienze dove passai l’anno dopo che invece guardavano molto avanti e con chi sono ancora in contatto e hanno fatto discreta carriera.
Sempre informatica su trattava ma da ingegneria informatica a informatica sotto scienze c’era un abisso nei compagni di corso. Bravissimi sicuramente nelle loro materie e gli avrei dato da fare come manager ma solo guidati come visione da qualcuno. Pensare che ad esempio in varie conversazioni erano contro il cablaggio della nazione in fibra oppure non capivano come gli smartphone avrebbero cambiato il mondo, insomma una delle tante conversazioni.

Ripeto é stata solo una mia esperienza forse dettata dal fatto che a scienze informatiche si iscrivono proprio appassionati.

Sull’elettrico a me sorprende come tanti giovani sono molto conservatori quando comunque é qualcosa di nuovo che potrebbe staccare i ponti con il passato (e come elemento di stacco verso i genitori).
Sarà che comunque siamo una nazione tra le più vecchie al mondo e questo sta influendo…
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carlo-giuseppe.cason
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Re: Viaggio in ID.3 da Torino all'ITER A/R del 10 novembre 2023

Messaggio da carlo-giuseppe.cason »

Ho pianificato prima (Sisteron-->ITER-->Sisteron-->Eygliers) ma poi ho cambiato in corsa (Sisteron-->ITER-->Aubignosc-->Briancon), per adattarmi al traffico, ai tempi della visita e a quelli degli studenti.

ITER devo dire mi è sembrato tecnologicamente eccessivamente complesso per essere cost effective, anche nel futuro prossimo.

In confronto, la fissione a neutroni moderati e raffreddata ad acqua é una grossa pentola a pressione con dentro uranio, acqua e assorbitori di neutroni, l'unica difficoltà vera è mantenere il sistema in pressione senza esplosioni di vapore.
Quindi, c'è un collo di bottiglia tecnologico nella forgiatura dei noccioli di grossa taglia.
I costi derivano di fatto dalle sovra regolamentazioni, queste hanno portato a fare i noccioli il più grandi possibili per essere ancora trasportabili (così si fanno meno montagne di carta, a parità di energia prodotta), cioè pesi tra 500 e 1000 tonnellate e potenze risultanti tra 1 e 1,5GW.
Ma è difficile in queste condizioni sia forgiare i noccioli in un pezzo unico senza saldature (sovra regolamentazioni) sia, paradossalmente (le sovra regolamentazioni finiscono per peggiorare un prodotto, bloccandone le innovazioni), fare raffreddamento passivo in caso di incidenti di tipo LOCA (esempio, le fusioni dei noccioli di Fukushima).
I reattori a neutroni veloci, per eliminare i rifiuti a lunga vita, usano fluidi termovettori diversi, gas o liquidi a pressione atmosferica, questi ultimi tolgono il problema della pressione e aggiungono il problema del fluido, meno familiare dell'acqua.
Poi le sovra regolamentazioni impediscono di fatto di fare qualsiasi cosa che non è già stata fatta e per la quale c'è un papiro che prescrive come farla, questo di fatto ha bloccato l'innovazione per 50 anni.
Per fare un esempio, Westinghouse negli anni 90 ha preso di petto il LOCA (evento di Fukushima) con il modello AP1000, facendo condensare e recuperando passivamente per gravità l'acqua di raffreddamento del nocciolo dalle pareti in acciaio (fredde) dell'edificio di contenimento, invece di usare ridondanze su ridondanze (quindi anche costi superiori, neanche Westinghouse è un benefattore dell'umanità) con pompe attive.
15 anni per avere la licenza, 25 anni per costruire il reattore FOAK (primo della serie), nel frattempo la divisione nucleare è quasi fallita (sembra Tesla, con tempi più dilatati) ma, siccome Westinghouse ha le spalle larghe, è sopravvissuta e ora ha firmato un contratto in Polonia.
Chiaramente, a queste condizioni (volute da qualcuno?) i tempi per innovare si allungano.
I reattori a fissione di tipo veramente innovativo, sempre a queste condizioni, finiscono per arrancare più del dovuto (anche se molti di essi, paradossalmente, furono costruiti e funzionarono come prototipi già negli anni 50 e 60).

Cioè, potenzialmente il nucleo degli atomi ha una densità energetica, paragonata a quella chimica degli orbitali (che si usa nella combustione), che potrebbe consentirci di ottenere una legge di Moore sui costi energetici simile a quella che si è verificata sui costi delle telecomunicazioni passando dal rame alla fibra ottica (e diventando anche carbon neutral) o in informatica la scala di integrazione dei chip ma tutto si arena (volutamente?) nella burocrazia.

Tra l'altro, così come le aziende di telecomunicazioni non sono morte riducendo i costi, perché la domanda è aumentata in modo esponenziale, così le aziende energetiche allo stesso modo non morirebbero, infatti la domanda di energia è sempre cresciuta riducendo i costi/aumentando la densità (legna-->carbone, prima rivoluzione industriale eccetera, con energia disponibile a costi bassissimi/densità altissime si potrebbe ad esempio riciclare chimicamente qualsiasi rifiuto senza dover prima separare i materiali, il vero costo del riciclo).

Un settore efficiente nel connubio tra sicurezza e costi è quello aeronautico, con i concetti di Probabilistic Risk Assessment/Hazard Risk Index eccetera, basterebbe seguire quello.

Ovviamente, occorre prima di tutto circoscrivere bene il livello di Hazard, ad esempio paragonando i livelli di esposizione che si osservano a Fukushima con quelli che si osservano ad esempio a Orvieto o in altre città costruite sul tufo.

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