Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

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marcober
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da marcober »

Di sicuro ci sarebbe moltissimo da "ottimizzare"..prima a livello normativo..poi impiantistico..e dunque anche come indicazione ai consumatori.

Però tieni conto di alcuni fattori

1) la dotazione impiantistica varia da zona a zona..di solito da ATO a ATO..e dunque è normale che in alcune zone si raccolta IN UN MODO (coerente con impianti a valle) e in altri in modo separato..ma non significa che uno sia sbagliato..basta appunto che la raccolta sia coerente con impiantistica. Tuttavia se uno ha in testa "il, modo giusto " (personale) di come "farebbe lui"..allora può avere sensazione che quello che gli chiedono sia "errato"..ma non è detto

2) la raccolta riguarda solo gli IMBALLAGGI..e alcune cose NON li sono ..vedi Capsule Caffe.

3) Le cose si complicheranno ulteriormente causa novità normative e nuovi obiettivi...si introdurrà deposito sule bottiglie..i tappi saranno modificati per non staccarsi piu dalla bottiglia...alcune cose magari utili, altri davvero bestialità inutili.

TUTTAVIa aldila di tutto quello che è perfettibile..la % di RD è sempre in costante e forte aumento... anche al Sud.
E per quanto riguarda la plastica ha raggiunto il 90% dell'immesso al consumo...e in pochi anni in cui alcune regioni miglioreranno (Sicilia con 10 kg a testa deve salire a 28 della Sardegna ad esempio), e arriveremo al 100% della raccolta degli IMballaggi immessi al consumo ( di cui circa 55% vengono poi riciclati fisicamente e 45% recuperati termicamente sostituedno PETCOKE inquinante e importato)


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marco
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da marco »

Secondo me, oltre al dividere correttamente l'oggetto, dovrebbe essere anche il consumatore in fase di acquisto a comperare prodotti con l'imballaggio corretto e più facilmente riciclabile: a monte dovrebbe esserci poi il produttore a creare un prodotto imballato in modo facilmente riciclabile, incentivato ovviamente anche dallo stato a farlo (se non per interesse)

Quando compro la frutta/verdura biologica per esempio, trovo quasi sempre un imballaggio fantastico: frutta nel cartone riciclato (che va nella carta) e copertura in cellophane (che va nella plastica), il tutto ridotto ai minimi termini.

Molti prodotti invece di basso prezzo e scarsa qualità, vengono imballati in confezioni molto pesanti e con mischiato di tutto tutto insieme, così che come per le capsule del caffè va tutto nell'indifferenziato.

Un problema che spesso ho io, e su cui forse marcober potrà chiarire (non ricordo se ne abbiamo già parlato) è come capire se alcune plastiche simili ai metalli sono plastiche, metalli o compositi. Una volta lo piegavo e se non tornava indietro davo per scontato fosse metallo, poi ho imparato che non è sempre così ed ho visto che qualcuno ne bruciava un angolino per capire se era metallo o plastica. Spesso anche li è un mix che quindi fa tutto nell'indifferenziato, ma è possibile che noi consumatori dobbiamo arrivare all'analisi chimica per capire dove gettare un prodotto? :D

Tutto questo per dire che dobbiamo impegnarci tutti: il consumatore quando acquista e butta, le aziende produttrici che ottimizzino al meglio i materiali e lo stato che incentivi i giusti prodotti/comportamenti (e tassi gli altri).
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da marcober »

In relazione agli imballaggi, il sistema di tassazione da un vantaggio di costo agli imballi + semplici (monomateriali) e dunque piu facilmente riciclabili.
E le norme stanno man mano introducendo obblighi per assicurare anche un maggior uso di riciclato nei prodotti immessi sul mercato.
..che poi è la vera economia circolare...e li la plastica dovrebbe avere il massimo vantaggio ecologico..perche se rifare un imballo in alluminio o vetro o metallo comporta enorme uso d energia..rifarlo in plastica spreca poca energia..sia perche le T di fusione sono enormemente piu basse, sia perche i grammi per kg di prodotto imballato sono enormemente piu bassi.

Dunque quello che il consumatore dovrebbe premiare non è solo imballo piu leggero..e piu semplice (piu riciclabile)..ma anche quello che INCORPORA % DI RICICLATO. Ci sono...spesso i produttori per timore che il consumatore sia SPAVENTATO, non lo dicono..ma è errato.

Alcuni imballaggi, spesso flessibili, sono un mix di plastica , alluminio e carta...difficili da riciclare.
Dove vanno messi? nella raccolta del materiale IN PESO prevalente..che in linea di massima DOVRESTI trovare indicato sull'imballo stesso..se non lo trovi, segnalalo al produttore.
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da polianto »

marco ha scritto: - alcuni tipi di pane preconfezionato: stanno nel sacchetto di carta ma con finestra di plastica incorporata. O li dividi, o butti tutto nell'indifferenziata.
Qualcuno ha risolto anche questo problema, per cui nota di demerito per le catene di supermercati che non lo fanno.
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Ciao Antonio
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da polianto »

Un annetto fa mi sono abbonato alla rivista Nuova Ecologia, rivista molto interessante con numerosi spunti di riflessione https://www.lanuovaecologia.it/ .
Quando mi è arrivato il primo numero mi sono accorto che è impacchettata in una busta di Mater-B, soluzione molto in linea con lo spirito della rivista, ma ho pensato che nessun'altra rivista lo avrebbe mai fatto.
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Alcuni mesi dopo anche la rivista di Altroconsumo, di cui sono socio da anni, ha iniziato ad arrivare impacchettata in Mater-B. :)
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Magari scrivendo alle redazioni delle riviste a cui siamo abbonati posiamo chiedere di cambiare l'impacchettamento, visto che si può fare e c'è chi già lo fa perché no, sarebbe della plastica in meno in giro per il mondo!

Ciao a tutti Antonio
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da marcober »

polianto ha scritto:
marco ha scritto: - alcuni tipi di pane preconfezionato: stanno nel sacchetto di carta ma con finestra di plastica incorporata. O li dividi, o butti tutto nell'indifferenziata.
Qualcuno ha risolto anche questo problema, per cui nota di demerito per le catene di supermercati che non lo fanno.
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In teroia..poi in pratica gli impinati dell'umido stanno andnado in difficolta per la presena di queste plastiche "bio"...http://www.greenreport.it/news/economia ... -organici/

E la loro presenza sul mercato è ancira marginale..figuriamoci se dovesse solo crescere legegrmente..rischiamo di trovarci questa "plastica bio" nei campi coltivati...dato che non si biodegrada fuori dagli impinati di "INDUSTRIAL COMPOST"
A me no sembra una soluzione...ma l'inizio di un problema ambientale prossimo futuro.
Il tutto per mettere inutile finestrella..quando basta una foto del tipo di pane sullo scafale corrispondente...ma se usi un PLA allora il greenwashing è efficace.
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da marcober »

polianto ha scritto:
marco ha scritto: - alcuni tipi di pane preconfezionato: stanno nel sacchetto di carta ma con finestra di plastica incorporata. O li dividi, o butti tutto nell'indifferenziata.
Qualcuno ha risolto anche questo problema, per cui nota di demerito per le catene di supermercati che non lo fanno.
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Ciao Antonio
Dunque fra un polimero che ha un pesantisismo LCA perche di derivazione agricola (uso suolo, fertilizzanto a base pertolifera, energia per Agricoltura che è elevatissima, uso acqua, comeptizione etica col food)...e che complica la vita agli impinati di compostaggio (vedi post precedente)..che non si decompone in Home Composting o in mare...e che probabilmnete di ritroveremo come polverino nei campi 8insieme al compost)..OPPURE..uare un MINOR peso di un PE classico, che viene raccolto in modo separato nel 92% dei casi in Italia, e avviato al riciclo fisico per circa metà del peso raccolto (e al riciclo termico per l'altra metà), con un LCA di circa UN TERZO piu basso...tu ci dici che la scelta ecologica miglore è il MaterBi?

Io penso che i numeri dicano il contrario.
Poi che si venda meglio una rivista di ecologia dentro un materiale che strizza occhio al greenwashing, non ho dubbi...e dunque ecco che succede.
Ma la consapevolezza è sempre non perderla mai di vista.
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Re: Obbligare all'indicazione di raccolta differenziata sui prodotti

Messaggio da polianto »

marcober ha scritto:Dunque fra un polimero che ha un pesantisismo LCA...
Ho cercato in rete degli studi che confrontano l'LCA di plastiche sintetiche e bioplastiche compostabili, non ho trovato molto ( se hai qualche link interessante ce lo segnali? ) se non i riferimenti ad uno studio Danese “Life CycleAssessment of GroceryBags”  ma mi sento di dare più credito alla confutazione di tale studio fatta da Assobioplastiche.
http://assobioplastiche.org/comunicati2018.html
http://assobioplastiche.org/assets/docu ... DANESE.pdf

Probabilmente LCA delle bioplastiche è veramente ancora troppo alto, ma mentre è molto difficile migliorare quello delle plastiche sintetiche, quello delle bioplastiche può essere molto migliorato intervenendo nelle varie fasi della filiera (utilizzo di suoli marginali anche contaminati non utilizzabili per il food, uso di concimi non petroliferi (come il compost), utilizzo di energie rinnovabili per i mezzi d'opera, per il trasporto e la lavorazione, riduzione delle lavorazioni del terreno, utilizzo di specie vegetali più rustiche e poco sensibili alla siccità, ecc, c'è molto da fare e da studiare!).

Ho trovato anche questo studio, che parla di prodotti monouso https://pro-mo.it/ricerca/ ma l'ho guardato solo rapidamente, mi riservo di leggerlo con più calma.
Personalmente sono contrario di principio ai prodotti mono uso e nel caso di prodotti durevoli non mi da nessun fastidio la plastica sintetica, è un prodotto ottimo e versatile ed è un vero delitto utilizzarlo una sola volta (anche se mi batto per una progressiva sostituzione con prodotti non derivati dal petrolio).
marcober ha scritto: In teroia..poi in pratica gli impinati dell'umido stanno andnado in difficolta per la presena di queste plastiche
I problemi agli impianti di compostaggio non derivano dal film sottile in MaterB che si biodegrada in 15 giorni rispetto ai 19 giorni delle bucce di arancia ed ai 28 giorni delle bucce di banana ma agli oggetti più spessi come posate o piatti che se anche realizzati in MaterB sono biodegradabili ma non compostabili e che è assai difficile distinguere dalla versione in plastica normale.
L'articolo di Greenreport che hai segnalato (grazie, molto interessante) fa appunto riferimento alla necessità di aggiornare i cicli di lavorazione degli impianti di compostaggio a questi nuovi materiali.

Per esempio (mia ipotesi) la necessità di introdurre o migliorare la vagliatura del compost in uscita per riprocessare il materiale non ancora del tutto digerito, prassi normale nelle compostiere casalinghe ma non negli impianti industriali.

Se poi invece parliamo di quell'abominio che sono le plastiche sintetiche definite biodegradabili solo perché si scompongono in pezzetti con i raggi ultravioletti sono assolutamente contrario anche io.
Poi che si venda meglio una rivista di ecologia dentro un materiale che strizza occhio al greenwashing, non ho dubbi...e dunque ecco che succede.
A conclusione permettimi una battuta: se anche Legambiente ha bisogno di greenwashing e non fa cosegreenperdavvero allora siamo proprio fottuti! :lol:
Editoriale La Nuova Ecologia è una società cooperativa senza fini di lucro, costituita nel 1995 su impulso di Legambiente per la gestione delle riviste di riferimento dell’associazione e di numerose altre iniziative ad esse collegate.


Ciao Antonio
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